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Isola di Panarea

Panarea

camminare escursioni trekking walking
Panarea 98050 Sicilia Italia
  • Drautto e San Pietro, indicazioni stradali
  • Chiesa
  • Villaggio preistorico Punta-milazzese
  • San Pietro in trionfo per le vie di Panarea per la festa del 29 giugno
  • Fabrizio Rossini from Sesto San Giovanni (www.fabriziorossini.it)

A monte del porto inizia la contrada di San Pietro, una miriade di casette bianche disposte a semicerchio una accanto all’altra e incastonate in una variopinta natura. Salendo sulla sinistra verso sud, una stradina porta, in trenta minuti, al villaggio preistorico di Cala Junco. Il viottolo si snoda ripido tra le abitazioni, passando accanto alla nuova chiesa di San Pietro con il suo pregevole mosaico e la terrazza da cui si gode un bel panorama. Sotto il sagrato della chiesa ha sede la sezione distaccata del Museo Archeologico Eoliano che espone pregevoli reperti di epoca preistorica e classica di archeologia sottomarina. Si svolta a sinistra e, dopo un tratto pianeggiante, si oltrepassa l’abitato di Drautto, costeggiando la sua baia. In questo tratto si notano le cosiddette “spine”, grandi formazioni rocciose, resti di una colata lavica che arrivava sino a Capo Milazzese. Si attraversa la bella spiaggia di Cala degli Zimmari, che consigliamo a chi vuol fare il bagno senza doversi servire di una barca. Da qui un sentiero con gradini porta al promontorio di Capo Milazzese. Sulla destra del promontorio: Cala Junco, forse l’insenatura più bella e suggestiva dell’intero arcipelago. Una piscina naturale d’acqua cristallina nella quale si combinano sempre cangianti il verde, il blu ed il turchese. Un tuffo nel blu, attorniati da alte pareti di scogli basaltici, prismi di lava che sembrano scolpiti a bugnato, da una spiaggia di grandi ciottoli arrotondati e dallo scoglio Bastimento ed altri appena affioranti (attenti con le imbarcazioni).

Una sosta è d’obbligo anche per visitare i resti del villaggio preistorico. Sono state riportate alla luce 23 capanne ovali in pietra dell’età del bronzo (1400 a.C.), una di queste, a pianta quadrangolare, era forse il luogo di riunione e culto della comunità. Gli archeologi hanno rinvenuto ceramiche, mortai, macine, pentole e vasellame, come se i nostri progenitori siano stati assaliti all’improvviso e tutto sia rimasto così com’era. In ogni caso, il posto da loro scelto non ha eguali: una vera fortezza naturale inespugnabile. Un braccio di roccia proteso in mare, dalle pareti a strapiombo, che non ha niente da invidiare per la vista di cui gode a nessun superattico dei nostri giorni. L’itinerario alternativo è di circa un’ora: dal porto, salendo, si svolta a destra verso Iditella e Calcara sino a Punta del Corvo a 421 m. La stradina si snoda, all’inizio, tra case bianche, boutiques, ritrovi, piccoli ristoranti e registra uno strappo in salita vicino alla vecchia chiesetta dell’Assunta ad Iditella. Più avanti sulla destra, vale la pena di chiedere il permesso di entrare per guardare il panorama del porto e degli isolotti da un terrazzino incastonato tra due grandi massi. Si prosegue in discesa e, andando sempre verso destra, si presentano alla vista lo scoglio Spinazzola e l’isola di Basiluzzo. Sulla sinistra, superata la trattoria Paolino, le case sono più distanziate e il sentiero segue un muretto bianco di recinzione sino al bivio che, a destra, porta alla Calcara, una spiaggia di sassi dove affiorano piccole fumarole. La piana, pavimentata con ciottoli arrotondati, era probabilmente luogo di culto sin dall’età del bronzo. Si risale sulla strada a monte e, sempre verso destra, dopo vari tornanti, si incontrano Piana Palisi e poi la zona adibita a discarica. Dal sentiero, a quota 380, si ha una buona veduta di Punta Scritta e dello scoglio Pietra La Nave.

Finalmente si giunge alla vetta più alta, Punta del Corvo, dalla quale si possono osservare i due versanti dell’isola con splendide vedute panoramiche..

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