Alla domanda posta da tanti miei amici stranieri, “Qual è la più bella delle sette isole?”, dopo tanti anni devo dare una risposta: “Tutte, poiché ognuna corrisponde ad un particolare stato d’animo”.
Due temi apparentemente in contrasto ma, nonostante ciò, quando l’editore mi propose di esprimere le mie sensazioni, pensai che in fondo in molti di noi coesistono i due sentimenti contrastanti.
Spesso mi sono detto: “adesso basta! Vado via”. Poi, dopo poco tempo, ho trovato innumerevoli ragioni per rimanere.
Mi venne subito in mente il paragone con il paradiso e l’inferno. Tu puoi aprire la porta del paradiso o quella dell’inferno e là dietro troverai, probabilmente, un unico mondo, la tavolozza con tutti i colori, tutte le sfumature, ogni domanda e risposta, oppure soltanto un riflesso di te stesso.
Tra vele che vengono dal nord, trasportato dai venti, realizzai finalmente il sogno giovanile, desiderato a lungo: vivere su un’isola.
Un guasto al motore e poi il grande amore suggellarono il mio destino, ... restai. Un piede in mare e l’altro a terra, iniziai ad essere affascinato dalla varietà di questo arcipelago. A nord Stromboli, con l’emozione di essere su un vulcano attivo che ti invita a riflettere, a porti delle domande sulla vita e sul tempo; a sud Gelso, con il lieve fruscio dei fasci di canne che si estendono sulle morbide forme del pendio, giù verso il faro; ad ovest Alicudi, l’isola degli innamorati o dei post hippies.
La grande storia, i venti turbolenti e le rughe sui volti tengono unito questo mondo isolato.
Alla domanda posta da tanti miei amici stranieri, “Qual è la più bella delle sette isole?”, dopo tanti anni devo dare una risposta: “Tutte, poiché ognuna corrisponde ad un particolare stato d’animo”. Non sono dunque soltanto le indimenticabili vedute dei faraglioni, dei coni delle altre isole o l’Etna all’orizzonte coperto di neve; non è solo il mare blu immenso come un giardino davanti alla porta di casa, nel quale si riflettono migliaia di diamanti: il sole del sud, lo stellato cielo mediterraneo, gli aromi del basilico e della ginestra, il cromatismo della lava e dello zolfo; le tracce delle culture dei popoli che si spinsero su queste isole. Tutto questo lo trovi anche altrove nel mondo, ma vi è qualcosa di magico, di inspiegabile e non comprensibile che queste isole hanno in sé ed io credo che se ciò si potesse spiegare, comprenderne la magia, avrebbero perso molto del loro fascino.
... Voglio fuggire ... voglio restare.
Se solo pensassi agli altri aspetti, ai rapporti tra la gente, alle solitudini spirituali, alle difficoltà di collegamento, alle opere incompiute, al clientelismo, ai mille problemi grandi e piccoli che ha una comunità isolana ...
Oggi vive del suo patrimonio naturale che reca un turismo a volte deleterio, e domani ...?
Voglio restare ... voglio fuggire.
Io fuggo ... io resto per sempre!
Alberto Santo Bevitore (Kurt Wahlen)
Avvenire 2000
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