Isola di Lipari

L’isola di Lipari è la più grande dell’Arcipelago delle Isole Eolie, in provincia di Messina, Sicilia, Italia. E’ sede del Municipio e ricomprende le isole di Alicudi, Filicudi, Panarea, Stromboli e Vulcano.

L'isola di Lipari.

In vacanza a Lipari

Il Museo

Lipari

Il Museo Eoliano, creato nel 1954 da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, espone organicamente in diversi edifici, sul Castello di Lipari, complessi di reperti provenienti dagli scavi intensamente condotti dai due studiosi nell’Arcipelago Eoliano dagli anni 40 ad oggi.

La più grande delle Eolie.

La statua di San Bartolo, patrono di Lipari, dà il benvenuto ai turisti che sono attorniati da negozi che offrono guide, cartoline e souvenir.

San Bartolo, patrono di Lipari

Lipari è la più grande e popolosa isola dell’arcipelago.

 La sua cittadina si estende ai piedi della imponente rocca del Castello, l’antica acropoli greca, e lungo le insenature, a Nord e a Sud, di Marina Corta e di Marina Lunga. Le abitazioni si arrampicano fin sotto i bastioni e la via Garibaldi ne segue l’andamento circolare, da piazza Mazzini alla deliziosa Marina Corta. A Marina Lunga, nel o di Sottomonastero, approdano le navi e gli aliscafi. Lipari o Meligunis, come veniva chiamata dai greci per il suo dolce clima, sorprende per la varietà dei paesaggi, dovuti alla complessità geologica del territorio. Ben dodici vulcani hanno modellato, nei millenni, l’isola. La sua natura vulcanica è evidente nella Valle Muria, dalle rocce rosse, e nella costa nord-orientale, coperta da una vasta colata di pomice che nasconde rovine romane del IV sec. d.C. Su questa bianca montagna di panna si intersecano le tre colate di ossidiana della Forgia Vecchia, delle Rocche Rosse e quella più antica a nord di Canneto. Pomice e ossidiana, il bianco e il nero. Sono entrambe vetrose e costituite da silicio ma diversi sono il peso specifico, la modalità con cui è avvenuta l’eruzione ed il raffreddamento del magma, la presenza di acidità e il grado di viscosità del magma stesso. Le lamine e le punte, prodotte con la preziosa ossidiana, hanno determinato, prima dell’Età del Bronzo, la ricchezza di Lipari, in quanto merce di scambio con i popoli che ne erano privi. Oggi, i giacimenti di pomice si estendono per otto chilometri quadri e sono la seconda risorsa dell’isola, dopo il turismo. Da più di un secolo, la pomice viene sfruttata intensivamente per i suoi molteplici impieghi nella concia delle pelli, nell’edilizia e come rivestimento ed abrasivo.

Lipari
Lipari
Lipari
Lipari
Lipari

Tra le tante cose che attirano l’attenzione, malvasia e capperi sono gli acquisti più comuni e si possono reperire un po’ ovunque. Non è tuttavia facile trovare una buona bottiglia di malvasia, perché la domanda supera di gran lunga la produzione.

Il corso Vittorio Emanuele, il vecchio decumano romano, è ancora oggi la via principale. Percorrendolo nei mesi estivi è sempre molto animato e c’è un via vai di turisti e liparoti. Si fanno acquisti o si consuma lentamente il rito del passeggio serale. È tutto un susseguirsi di negozi, agenzie e ritrovi.

Sul corso si apre la piazzetta Monfalcone, con rinomate pasticcerie e ristoranti con i tavoli all’aperto. Presso l’Hotel Oriente, una raccolta etnologica di arti e mestieri curata da Edoardo Bongiorno: attrezzi agricoli e artigianali che l’uomo ha utilizzato negli ultimi due secoli, serrature, chiavistelli, attrezzi per fabbri e falegnami, bilance, statere, macchine da scrivere, macchine da caffè, un carretto siciliano, vecchi utensili e tante stampe antiche. Nelle adiacenze vi è il Parco Archeologico di contrada Diana con la sua vasta necropoli. La via Garibaldi è un susseguirsi di botteghe artigianali e ristoranti. Nella piazza Mazzini, dove ha sede il Municipio, si trovano la chiesetta di Sant’Antonio, la discoteca Turmalin e il più noto ristorante dell’isola, Filippino, che produce anche liquori e biscotti al sesamo. Da qui si accede alla rocca del Castello e, quindi, al Museo Eoliano

Percorrendo a ritroso Corso Garibaldi, si giunge a Marina Corta, luogo di ritrovo abituale, animato dai sempre affollatissimi bar-gelaterie-ristoranti. E’ collegata con un istmo ad una penisola dove sorge la chiesetta delle Anime del Purgatorio. Per motoscafi e pescherecci, a protezione dell’approdo, sono stati costruiti dei moli che hanno un po’ cambiato l’aspetto naturale del luogo. Comunque, conserva ancora, specialmente fuori stagione, il fascino del borgo di pescatori immigrati ad inizio secolo da Acitrezza, con le variopinte barche tirate a secco sulla piazza e le reti da riparare nei momenti di sosta. Dopo una breve sosta a Marina Corta, si può andare alla scoperta dei tanti angoli suggestivi di Lipari. Sulla sinistra svetta il campanile della chiesa di San Giuseppe, a cui si arriva dalla salita omonima, passando davanti alle bellissime ceramiche della bottega artigianale di Stefano Panza, agli articoli sportivi di Linea Mare, al Chitarra bar e al ristorante Il Pirata. Proseguendo sulla destra, arriviamo all’Hotel Meligunis e, quindi, alla piazzetta delle Arti e dei Mestieri con le sue realistiche pitture murali. È piacevole girovagare senza meta nel dedalo dei vicoletti. Alle spalle di San Giuseppe, a due passi, si trova l’antica cappella seicentesca di San Bartolomeo, stupenda nella sua semplicità. Da qui, la nostra silenziosa stradina conduce sino alla spiaggia di Porto delle Genti, chiamata anche in siciliano “Portinente” (Porto di Niente), perché esposto a tutti i venti ed inutilizzabile se non quando c’è bonaccia.