Isola di Vulcano

Escursioni a Vulcano

In vacanza a Vulcano

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a Vulcano

Alla scoperta dell'isola

Navi ed aliscafi attraccano al Porto di Levante, ma, prima di tentare la scalata al vulcano, è forse meglio farsi un’idea del luogo. È suggestivo raggiungere la sommità del Faraglione di Levante (36 metri), proprio a destra del molo. Da qui si vede bene Vulcanello, sorta dal mare nel 183 a.C. in seguito a varie eruzioni sottomarine. È collegata all’isola da un istmo di sabbia e lava che ha creato due baie. A levante, si vede il laghetto naturale dei fanghi caldi, noti anche in epoca romana per la cura di forme reumatiche, artrosi e malattie della pelle. Chi scrive non ha saputo resistere e si è immerso, nonostante l’intenso odore. In prossimità del laghetto, l’acqua refrigerante del mare riserva una sorpresa: “fumarole” sottomarine che riscaldano alcuni tratti del basso fondale pietroso. È meglio entrare in acqua con le scarpe da mare per non scottarsi i piedi. “Rimanere immersi nell’acqua che ribolle è un’esperienza unica e dà una sensazione di grande benessere”. La sabbia vulcanica nera e finissima contraddistingue la spiaggia di ponente che ospita nella sua baia una miriade di imbarcazioni ed è la più frequentata dai bagnanti. La spiaggia delle sabbie nere è delimitata a sinistra dallo Scoglio delle Sirene e a destra da Vulcanello in cui si trova la Valle dei Mostri. La valle prende il nome dalle particolari forme delle rocce modellate dal vento e dal mare, in mezzo a dune di sabbia nera. Vulcanello ha due crateri spenti e una rigogliosa vegetazione.

Dal Porto di Levante, una strada asfaltata porta al Piano e al Gelso. Sulla destra, dopo 2 km, il Monte Lentia, vulcano spento, dalla cui cima si ammirano le bellissime e frastagliate coste da Capo Secco alla Cala del Formaggio. Dopo 7 km, si arriva all’altopiano formatosi dal riempimento del più vecchio e grande cratere vulcanico dell’isola, dopo avere percorso una strada immersa nel verde di boschi, ginestre, vigneti e pascoli in contrasto con l’aridità del vicino vulcano. Qui, in linde casette bianche, abita la maggior parte dei residenti. Percorrendo un ripido sentiero tra capperi e vigne, dal limite orientale del Piano si scende al Borgo di Gelso. È la parte più tranquilla dell’isola, con il Faro Vecchio e la bella Spiaggia dell’Asino. Gli abitanti, contadini e pescatori, vivono da più di un secolo coltivando uva nera, capperi e attingendo dal generoso mare. Nei caratteristici ristoranti del borgo si preparano ottimi e semplici piatti. Ancora due mete di notevole interesse: il Vallone della Roja, una voragine di pietra lavica che scende a strapiombo sino al mare, raggiungibile imboccando un sentiero, sulla sinistra, a passo del Piano; Capo Grillo si raggiunge a piedi, percorrendo un sentiero da Piano di Luccia dopo aver superato l’abitato di Piano. Da qui si ha un panorama unico e, nelle vicine trattorie, si può pranzare bene.

     Edizioni Avvenire 2000

Fanghi termali, un vulcano attivo e spiagge incantevoli in un’isola tutta da scoprire e da vivere ogni giorno in modo nuovo.

grotta dell'allume
Centro di Vulcano
Tramonto da Capo Grillo

La “vita” di Vulcano si accentra intorno alla zona del Porto di Levante ed alla sua piazzetta. A qualsiasi ora si può gustare una granita nei frequentatissima bar; la sera ci si può incontrare per un gelato facendo le classiche passeggiate serali tra un negozio e l’altro.

Salita al cratere.

Il visitatore che approda al porto di Vulcano, non può non notare lo stretto contatto tra la presenza del cratere e il centro abitato. Il contatto non è solo fisico, legato allo sviluppo di un centro alle pendici di un cratere attivo, ma molto più profondo, spirituale. Le attività degli isolani e la loro stessa vita dipendono da quel cono vulcanico così vicino ma anche così quieto da oltre un secolo. L’escursione al cratere è una passeggiata da non perdere. Rende percettibili queste sensazioni e consente di scoprire un mondo difficilmente immaginabile.
Da Porto di Levante, ci si incammina sulla strada per Piano e sulla sinistra, dopo 150 m, vi è un sentiero che conduce al cratere. La salita, inizialmente agevole, procede con tornanti tra altissime rocce rossastre e piante di ginestra. Il sentiero diventa più impegnativo, irregolare e attraversa un terreno brullo che conduce su una grande spianata scura. Si sale gradatamente di quota e, a mano a mano che ci si eleva al di sopra dell’abitato, il paesaggio e le sensazioni cambiano notevolmente e tutte le isole si vanno via via svelando allo sguardo.

Si scopre un’isola di Vulcano grande e ricca di vegetazione, con profonde vallate modellate dall’attività esplosiva e distese di profumate ginestre, le prime piante in grado di attecchire su terreni vulcanici recenti. L’arrivo all’orlo craterico dà un turbinio di sensazioni forti che si rinnovano anche nell’animo di chi, nel condurre il proprio lavoro, vi si ritrova abitualmente da molti anni.
È difficile immaginare, ed ancora di più rendere con le parole, ciò che si prova nel trovarsi su uno stretto sentiero che da un lato mostra gli ampi e tranquilli orizzonti del mare e delle isole e dall’altro il cuore di una montagna viva che emette fumi, calore e sibili e che costruisce strutture variopinte di zolfo.
La consapevolezza che dal fondo del cratere, dove si trova il “tappo”, si siano scatenate, nel passato, le forze di una natura in grado di cambiare le forme del paesaggio, invita al rispetto e al timore per questo luogo palpitante di vita.
Franco Italiano