Isola di Lipari

Alla scoperta dell’isola di Lipari.

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In vacanza a Lipari

Il Museo

Lipari

Il Museo Eoliano, creato nel 1954 da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, espone organicamente in diversi edifici, sul Castello di Lipari, complessi di reperti provenienti dagli scavi intensamente condotti dai due studiosi nell’Arcipelago Eoliano dagli anni 40 ad oggi.

Fino al 1930 tutta l’isola era percorsa da sentieri che servivano ai contadini per recarsi ai campi o ai lavoratori della pomice per raggiungere le cave. Poi, l’abbandono delle coltivazioni, per emigrare in terre lontane o dedicarsi al nascente turismo, ha portato, in parte, a farne perdere le tracce sotto una rigogliosa vegetazione. Ginestra, erica, oleandro, rosmarino e mirto colorano e profumano tutta l’isola. Passeggiare senza fretta in questa natura incontaminata e selvaggia, riteniamo sia l’esperienza più bella che l’isola possa offrire. L’isola ha una buona rete di trasporti pubblici, le fermate, grazie ai cortesissimi conducenti, sono anche personalizzate e rendono agevoli le escursioni. Il capolinea si trova a Marina Lunga alla fine di corso Vittorio Emanuele, ma gli autobus si possono prendere anche a Marina Corta.
Ci si dirige verso sud e, dopo San Nicola, si prende il primo bivio che sale a destra. Ancora a destra, verso San Salvatore, incontriamo una vecchia vedetta della marina, oggi utilizzata come osservatorio geofisico. Dal piccolo piazzale, dove termina la strada cementata, si ammira un panorama spettacolare: l’isola di Vulcano, con Vulcanello in primo piano e le sue bocche eruttive, l’istmo e il cono della fossa. Saliti alcuni scalini, dopo aver percorso un sentiero di circa duecento metri, si raggiunge il punto panoramico di Falcone. A piedi, utilizzando un sentiero che parte da San Nicola, o con un mezzo, passando a monte di San Bartolo, si può raggiungere il Monte Guardia (369 m.). Costeggiando il fianco ovest del monte, si imbocca sulla destra un viottolo che porta ad uno spuntone lavico. Davanti a noi le scogliere a picco sul mare, la punta del Perciato, i faraglioni (Pietra Lunga e Pietra Menalda) e, sullo sfondo, Vulcano: si rimane incantati e affascinati. È possibile effettuare il periplo dell’isola in una sola giornata ma, data la quantità di luoghi interessanti da vedere, è meglio programmare più escursioni. Con mezzi propri o con l’autobus, ci si dirige verso la parte montana. Percorrendo la strada tortuosa che porta a Pianoconte, a destra dopo 4 Km, troviamo la chiesetta dell’Annunziata con la sua particolare scala. Poco più avanti, Quattrocchi con il belvedere sui faraglioni e la fumante Vulcano. Prima dell’abitato di Pianoconte, mediante una breve deviazione di due chilometri sulla sinistra, si giunge alle terme di San Calogero..

Lipari, fichi d'india
Lipari, granita
Lipari
Lipari

Passeggiare senza fretta in questa natura incontaminata e selvaggia, riteniamo sia l’esperienza più bella che l’isola possa offrire.

 

La tradizione liparota

Alle terme si può arrivare anche mediante un percorso alternativo che si diparte dalla zona Schiccione di Pianoconte. Si tratta di un’antica mulattiera in pietra che, in lieve e costante discesa, attraversa uliveti secolari. È un itinerario suggestivo e poco impegnativo (3 ore circa). Ad ogni curva è possibile ammirare la “Pietra del Bagno”, le isole di Filicudi o di Alicudi. Lo stabilimento attuale è stato costruito nel 1867 e recentemente restaurato ma non è ancora funzionante. Vi sgorgano acque utilizzate da sempre nella cura di gotta e reumatismi. Nelle vicinanze, a testimoniare la tradizione termale del luogo, vi sono due vasche di età greco-romana e un’altra ottocentesca. Recenti scavi hanno portato alla luce una piscina termale romana del II secolo d.C. e un “tholos” miceneo vecchio di 3500 anni. Si tratta di un edificio con una cupola circolare, a forma di igloo, costruito ad imitazione delle tombe principesche di Micene ed adibito, in età romana, a sauna termale convogliando l’acqua calda a 60° C. di una vicina sorgente e costruendo al suo interno una vasca ed un sedile circolare in pietra. Dalle terme percorrendo alcuni sentieri, si può giungere al monte Mazzacaruso, così denominato perché dalla sua cima i greci usavano lanciare i bambini nati malformati. Da qui si vedono, sullo sfondo, le montagne gemelle di Salina e anche Filicudi e Alicudi.

Un altro itinerario mozzafiato, più per l’incanto dei luoghi che per la durezza del percorso, è quello che conduce dalle terme sino alle cave e ai soffioni di caolino (località Caolino). Il sentiero, spesso a picco sul mare, attraversa alcune zone coltivate ad uliveto e altre brulle ed estremamente selvagge con la presenza della tipica flora mediterranea. Si segnala la presenza di una rara palma nana. La strada poi si inerpica sulla collina attraverso canyons suggestivi, dalle pareti a strapiombo con rocce multicolori, sino a raggiungere le cave di caolino. A Pianoconte è possibile fare una sosta per il pranzo nelle vicine trattorie: La Ginestra, Al Feudo Pub e Le Macine, e, se si giunge sino a Quattropani, dopo cinque chilometri di campi e vigneti, al ristorante A Menza Quartara. Per chi ama l’agriturismo l’azienda Tivoli è a due passi in via Quartara e sempre a Quattropani vi è una produzione di miele di Lipari. A Pianoconte si svolge ogni anno nel mese di novembre la Sagra del Pane e del Vino e una rassegna delle attività che caratterizzavano la vita dei contadini: la macinatura del grano, l’impasto del pane, la lavorazione della lana, la pigiatura dell’uva. Giochi, mostre fotografiche, una salsicciata e un ballo in piazza completano la giornata. Quattropani è un piccolo nucleo di case sparse su un altopiano. Da qui vale la pena di fare una deviazione a destra, all’altezza del cimitero, per andare al Santuario della Madonna della Catena, chiesetta rurale tutta bianca in stile greco del XVI secolo, da poco restaurata. Viene denominata Chiesa Vecchia per distinguerla da quella costruita sulla strada vicino alle case. Dal Santuario si vede bene Salina con il suo faro e l’abitato di Lingua. Scendendo lungo i fianchi del Monte Chirica, si torna al livello del mare e la temperatura cambia. Si costeggia Acquacalda e la sua bella spiaggia, con il lungo pontile utilizzato dalle navi sulle quali veniva caricata la pomice. Siamo alla base di una delle due zone di estrazione della pomice, frutto di eruzioni che hanno creato ripidi canaloni bianchi. Dopo l’ampia curva di Punta Castagna, si arriva alla spiaggia di Porticello e all’altra vastissima zona di cave di pomici denominata Campo Bianco. Siamo ai piedi del Monte Pelato, che nel 727 ha formato una colata di ossidiana, detta Rocche Rosse, dalla colorazione ocra e bruna. Si susseguono i pontili in un bianco panorama surreale con il mare che si staglia azzurrissimo. Proseguendo, presso Punta Sparanello, si può fare una deviazione per Lami ed osservare un’imponente colata di ossidiana. È la colata che ha dato la materia prima nell’eneolitico, facendo diventare Lipari centro di scambi. In questa zona si trova il maggior numero di vulcani spenti e ormai coperti di vegetazione. Arriviamo quindi al lungo abitato di Canneto, nato, in origine, per ospitare coloro che lavoravano la pomice e, in seguito, diventato il secondo abitato dell’isola. Lungo la bella spiaggia, frequentatissima d’estate, tante barche di pescatori tirate a secco. Vi è pure una comoda e tranquilla spiaggia attrezzata con ombrelloni e lettini all’inizio della località balneare. Non mancano trattorie, bar e una discoteca. L’ultima deviazione consigliata è verso Pirrera, alla fine della frazione di Canneto. Giunti all’abitato, dopo 2 km, si può proseguire a piedi fino alla sommità della Forgia Vecchia. Si torna sulla litoranea e, mediante un tunnel che attraversa il Monte Rosa, si torna a Lipari dopo aver superato Marina Lunga. All’approdo delle navi è possibile acquistare ricordi di Lipari presso il negozio di ceramiche pregiate di Lauria.

San Bartolomeo

La statua di San Bartolo, patrono di Lipari, dà il benvenuto ai turisti che sono attorniati da negozi che offrono guide, cartoline e souvenir.

San Bartolo, patrono di Lipari

L’isola ha una buona rete di trasporti pubblici, le fermate, grazie ai cortesissimi conducenti, sono anche personalizzate e rendono agevoli le escursioni. Il capolinea si trova a Marina Lunga alla fine di corso Vittorio Emanuele, ma gli autobus si possono prendere anche a Marina Corta.

Edizioni Avvenire 2000