Isola di Stromboli

La salita al cratere per osservare l’eruzione vulcanica

Salita al cratere

La salita ai crateri sommitali del vulcano Stromboli, si effettua mediante un ripido sentiero che dall’abitato conduce dapprima a  Punta Labronzo e poi sale rapidamente fino ai 918 m di altezza del Pizzo sopra la Fossa. È una piacevole camminata, coronata dall’eccezionale spettacolo, prodotto delle frequenti esplosioni vulcaniche, che dà la possibilità di ripercorrere idealmente la storia geologica di quest’isola dal suo antico basamento, detto Paleostromboli, al vulcano attuale.
Arrivando in nave dalla Sicilia verso il  molo di Scari, la costa meridionale dell’isola mostra una serie di profondi valloni, bordati da scoscese pareti costituite da bancate  di scorie alternate a colate laviche. Sono i fianchi profondamente incisi dell’antico vulcano che 100.000 anni fa emerse dalle acque e che costituisce l’ossatura dell’isola. A nord e ad occidente i materiali più recenti, eruttati negli ultimi 26.000 anni, hanno interamente ricoperto l’antico edificio vulcanico, infatti gli abitati di San Vincenzo e San Bartolo e la stradina che porta a Punta Labronzo poggiano sui fianchi del più importante tra i vulcani recenti, il cosiddetto Neostromboli. Era un vulcano principalmente effusivo le cui colate hanno coperto il fianco occidentale del Paleostromboli, e sono occultate dai canneti, in vicinanza del mare, e più su da una fitta macchia mediterranea. Sul sentiero per il Pizzo, a circa 600 m sul livello del mare, si incontrano sottili colate di lava color ruggine che rappresentano l’ultima difficoltà che il viaggiatore deve superare per guadagnare la vista del più settentrionale tra i crateri attivi. La sensazione di stare su un vulcano attivo è palpabile percorrendo le prime curve del sentiero per la cima quando, sotto un brusco dirupo, compare la Sciara del Fuoco, una vasta depressione nella quale si canalizzano tutti i materiali eruttati dai crateri sommitali. In concomitanza con gli echi delle esplosioni provenienti dalla cima, non sarà difficile vedere le bombe vulcaniche sul fondo della Sciara. Dopo essere volate in aria ricadono e rotolano, giù lungo il versante, tuffandosi con fragore in mare.

Raggiunto il Pizzo,  dopo circa tre ore di cammino, lo spettacolo che si presenta al visitatore trasmette subito la sensazione di trovarsi dove la Terra è viva. I fumi densi, il colore giallastro del terreno e l’acre odore di zolfo disorientano e la prima impressione è quella di essere alla porta degli inferi, ma sono le frequenti detonazioni che richiamano l’attenzione verso l’oggetto che rende unica quest’isola: la terrazza craterica che si apre 120 m sotto il Pizzo e che contiene i tre crateri attivi con le loro numerose bocche eruttive. Il Pizzo é quel che resta dell’orlo di un antico cratere, quello del Neostromboli, la cui porzione occidentale é scivolata in mare circa 5.000 anni fa. Le pareti verticali sono ancora visibili ai lati della Sciara del Fuoco. Nella fossa, prodotta dall’immane frana, sono cresciuti gli attuali crateri, che eruttando materiale hanno solo parzialmente colmato l’antica depressione. Questo processo geologico non è nuovo per Stromboli, basta infatti volgere lo sguardo verso sud per osservare la cresta dei Vancori, che rappresenta il relitto di un centro vulcanico più antico scivolato in mare circa 13.000 anni fa.

La frequente e piuttosto regolare attività eruttiva del vulcano, viene sempre accompagnata da forti detonazioni e dalla emissione di bombe e lapilli che nelle ore serali e notturne si trasforma  in uno spettacolo pirotecnico. L’osservazione dal Pizzo risulta avvincente e le esplosioni presentano numerose varianti sia nell’intensità che nella tipologia. A volte consistono in getti di lava fusa accompagnati da acuti sibili, prodotti da piccoli e aguzzi conetti che prendono il nome di “hornito” (fornetto in spagnolo), altre in grandi esplosioni che disperdono in aria un’ampia rosa di bombe e lapilli incandescenti, accompagnate da secche detonazioni che fanno vibrare i timpani. Non saranno infrequenti gli sbuffi di cenere nera dal cratere più a sud, che salendo in aria formano minacciose colonne e fanno ricadere una fine sabbia sulla testa dei visitatori, obbligandoli ad un bagno in mare a fine escursione.
Questa attività eruttiva esplosiva è prodotta da grandi bolle di gas che si liberano dal magma fuso, che arriva in superficie dall’interno delle bocche eruttive.

In relazione alle dimensioni delle bolle e alla frequenza con cui risalgono,  possono dare luogo all’ampia gamma delle manifestazioni eruttive descritte e che complessivamente rientrano nell’attività, detta dai vulcanologi “Stromboliana”. Questo comportamento eruttivo è comune a tutti i vulcani basaltici del pianeta  (dal tipo di lava eruttata)  ed é la manifestazione vulcanica più frequente che si possa osservare.
La visione di questo avvincente fenomeno geologico è relativamente sicura per il visitatore dal punto di osservazione del Pizzo sopra la Fossa. Lo spettacolo offerto dalla natura potrà essere piacevolmente ricordato se si evitano certe imprudenze che possono trasformarlo in tragedia. Le bombe che accompagnano ogni esplosione possono raggiungere alcune decine di kg di peso con temperature di 1.000° centigradi, e il loro impatto con un corpo umano potrebbe essere catastrofico. A nulla valgono alcune palliative protezioni come caschi o pesanti indumenti.
L’avvicinamento alle bocche per fotografare o filmare non giustifica i rischi che si corrono. Ricordiamo ai visitatori di non avvicinarsi alle piccole barriere in pietra (i fortini), erette incoscientemente in prossimità del cratere meridionale, in quanto la protezione dalla ricaduta dei materiali eruttati è minima. Mai scendere nella angusta sella sotto il Pizzo, vicino ai crateri attivi, perché è una zona dove spesso ricadono i materiali e dove le esalazioni dei gas vulcanici rendono molto difficile la respirazione. Anche se i materiali espulsi ricadono in prossimità dei crateri, è vietato sostare per la notte nella zona sommitale del vulcano. Stromboli, come tutti i vulcani attivi, è soggetto a rapide variazioni nell’intensità delle manifestazioni eruttive che non sono facilmente prevedibili e quantificabili, e che possono interessare l’intera area sommitale, Pizzo compreso.
Stromboli è una montagna e presenta zone con notevoli difficoltà di accesso, specie se vengono percorse di notte; le asperità del terreno e la perenne attività eruttiva consigliano di rivolgersi per l’escursione a guide esperte che conoscano bene il vulcano e che siano aggiornate sulle condizioni dell’attività eruttiva. Possono aiutare il turista nell’ascensione allo Stromboli, mostrandogli le bellezze naturali che attraversa, e rendendo cosi sicura la visione dello spettacolo più ambito, quello “pirotecnico”.

Mauro Coltelli

Salita al vulcano

di Stromboli

La salita ai crateri sommitali del vulcano Stromboli, si effettua mediante un ripido sentiero che dall’abitato conduce dapprima a  Punta Labronzo e poi sale rapidamente fino ai 918 m di altezza del Pizzo sopra la Fossa. È una piacevole camminata, coronata dall’eccezionale spettacolo, prodotto delle frequenti esplosioni vulcaniche, che dà la possibilità di ripercorrere idealmente la storia geologica di quest’isola dal suo antico basamento, detto Paleostromboli, al vulcano attuale.

 

Colata lavica
cratere di Stromboli
emissioni sul vulcano
colata lavica alla sciara
Strombolicchio
le vie di Stromboli

Dalla chiesa di San Vincenzo parte una strada che sale, quasi in linea retta, sulla cima del vulcano. Il sentiero passa dai 195 metri del semaforo San Vincenzo ai 450 metri di Prima Rina, senza particolare difficoltà: bellissimo il contrasto dei verdi cespugli sulla sabbia nera. Viceversa, il tratto roccioso successivo, detto del Liscione, è difficile e franoso. Pertanto è obbligatoria una guida vulcanologica.

Un vulcano attivo